Usque tandem

gary
Ennesima beffa per Gary

 

Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? Fino a quando Catilina abuserai della nostra pazienza ? Così si riferiva Cicerone al Senato nella sua più famosa invettiva. Si potrebbe oggi parafrasare in Quo usque  tandem abutere, Lazarus patientia Gary ? Già, perchè per l’ennesima (terza) volta, il sogno del mio beniamino Gary Robbins, si è infranto contro il DFN alla Barkley’s Marathon (di cui vi ho in passato raccontato su questo blog). Dopo la beffa della scorsa stagione, nel 2018 per il rosso canadese “solo” una Fun Run, cioè tre giri da 20 miglia sotto le 40 ore. In 36h:12′:54″, cioè per una manciata di minuti sopra le 36 ore date come limite massimo per poter accedere al quarto giro. Per la cronaca avevano iniziato il terzo giro solo in due (Gary ed un runner francese,Guillaume Calmettes) ma nessuno ha fatto in tempo a proseguire per cui per questo 2018 il mefistofelico Lazarus porta a casa il bottino pieno: nessun concorrente finisher. Come al solito le notizie sono difficili da trovare e tranne il poco che vi ho scritto sopra (tratto da un sito canadese) non ci sono dettagli. Diavolo di un Lazarus, in un’era di comunicazione (a vanvera spesso) globale riesci ancora a beffare il mondo ! Chapeaux anche per questo

Much ado about nothing

Faccio una doverosa premessa: parlo di facezie, di cose di poco conto. I problemi sono altrove. Sono perfettamente consapevole che uno bello, ricco, intelligente e simpatico come me non può e non deve minimamente lamentarsi ed infatti le poche righe sotto non rappresentano una lagnanza.

Oggi, su indicazione del mio coach del ginocchio (sempre sia lodato il Musa), sono uscito a fare 5 km di corsa. Ero totalmente fermo da 10 giorni, con una voglia pazzesca di farmi finalmente una sgambata. E la giornata ! Avete visto che roba ? Temperatura perfetta, sole e aria frizzante, insomma la congiuntura perfetta (uno di quei giorni in cui ti piacerebbe essere avvocato per non avere un cazzo da fare e poter andare dove vuoi). Niente di nuovo comunque, un break in pausa pranzo come già era capitato altre volte tranne che stavolta a causa dell’astinenza mi è sembrato speciale, un po’ come diceva Shakespeare in Molto rumore per nullaNoi non apprezziamo il valore di ciò che abbiamo mentre lo godiamo; ma quando ci manca o lo abbiamo perduto”. E mi sono venute in mente anche alcune immagini legate a sabato, quando assieme ad altri Fagiani sono andato  a fare il volontario all’Ultrabericus; forse perchè si tende a pensare che il resto del mondo la pensi come noi, ma non potete immaginare come ci sia rimasto male nel vedere quanta gente all’arrivo, invece di sentirsi gratificata e felice di aver chiuso una gara in condizioni proibitive, continuasse a lamentarsi per il fango o perchè il percorso fosse più lento del previsto o per entrambi i motivi. Ma che cazzo, ci sono runner che si sono ritirati, gente che non ha passato i cancelli, gente che per vari motivi avrebbe fatto carte false per poter correre…. e questi dopo aver varcato il traguardo si lamentano per il fango ??? Non li capisco proprio. Sarà perchè l’Ultrabericus è gara ad alto tasso di froci stradisti, sarà che essendo fermo ho probabilmente un nervo scoperto ma mi ha fatto pensare. Ho deciso:  è quasi meglio un figlio recchione come il Tonno che stradista.

 

Soldamare ( o Sol d’amare)

Soldamare

Mese nuovo corsa nuova. Per il 2018 nel club delle corse fagiane entra anche questa gara di 21 km e 750 (per la questura, 1000 per i garmin) m di D+.

Solito puntello ai Carabinieri, anche stavolta ad un orario più che umano. La corsa inizia alle 9.30, e Molvena è dietro all’angolo (vabbè, leggermente più in là ma sempre in terra di coniglio da coppo). Con il solito rimescolamento dei partecipanti tipico di noi cazzari, anche stavolta Ronny viene sostituito dal Taddy (sembra poi che il Taddy sia stato sostituito da Ronny a letto con la Stefy), e si compongono tre equipaggi, il primo dato da quelli con le mogli cattive e che tornano subito (con l’aggiunta del Pedro che torna presto per ragioni lavorative), il secondo equipaggio denominato “macchina presidenziale” perchè trasportante il vertice gerarchico dei Fagiani (nella figura del Sommo Ottico), e la terza macchina denominata “macchina plebea” in quanto trasportante degli scartini (tranne la Stefy ovviamente), cioè il Taddy, Davide (al suo primo pettorale Fagiano) e il Boghi.  Nonostante previsioni meteo catastrofiche a Zevio non piove e a Molvena pioviggina appena. Andiamo al ritiro dei pettorali (ingraziosito da una timida fotografa e da una trailer definita in modo non proprio elegante come “cagna pazzesca”) ed abbiamo tutto il tempo di cambiarci (quelli della macchina presidenziale e della macchina plebea) in una palestrina, adibita a spogliatoio, incredibilmente vuota. Anche il bagno al nostro arrivo è miracolosamente intonso ma dopo il “deposito” di un fagiano l’aria assume la densità della gommapiuma e la fragranza delle fogne di Calcutta dopo la festa di Holi. Lasciamo la palestra e portiamo le borse in macchina e assistiamo ad una scena che francamente fa male allo sport e fa male al mondo fagiano: incredibilmente vediamo arrivare i quattro della macchina “mogli cattive” che stanno correndo per fare riscaldamento !!!! Le nostre facce devono essere state eloquenti perchè smettono subito (tranne il Pedro che ha ancora strascichi di omosessualità stradistica) e Marco Zv cerca anche in modo imbarazzato di giustificarsi, come quando da giovane veniva beccato a leggere Blitz di nascosto.

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Per i più giovani, questo era il massimo dell’erotico a cui potevamo aspirare da piccoli

 

Inizia a piovere e dopo un caffè in baita dagli alpini e una breve attesa sotto il tendone dello speaker ci posizioniamo in griglia e dopo la foto di rito partiamo. Perdo subito le tracce del presidente, di Boghi e del Bosca , mentre assieme al Capitano mi incolonno sulle prime salitine del paese. Dopo un paio di chilometri iniziamo un percorso collinare nel bosco molto divertente, in cui brevi salite brusche e discese ripide  costringono i partecipanti ad aggrapparsi ai rami dei cespugli quando non va peggio e si va di sculata sul fango. In questa fase Davide ed il Pedro allungano il passo mentre io e “Dade Dadone Amore” continuiamo regolari senza forzare. I chilometri passano veloci e finalmente la nostra tattica attendista produce l’effetto sperato: iniziamo a raccogliere salme di gente che col fango ha forzato troppo e si trova ora spompata. Passiamo rapidi il primo ristoro, ci fermiamo al secondo giusto il tempo per un Prosecco (si, avete letto bene) e poi iniziamo in discesa a divertirci veramente. Riprendiamo il Pedro e mi accingo alla penultima salita di giornata quando una fitta fortissima al ginocchio mi strappa un lamento. Cammino qualche passo e riprovo a correre ma il dolore è proprio forte per cui “ordino” al Perbe di proseguire, dico la stessa cosa al Pedro qualche secondo dopo (grazie ad entrambi per la disponibilità a fermarsi ed aspettarmi ) e mestamente zoppico fino al primo punto dove farmi raccattare (che per fortuna coincide con una azienda agricola dove l’unico medicinale disponibile è dell’ottimo Durello doc, del quale peraltro faccio ampio uso). E finisce così su un furgone la mia Soldamare, con me che giungo all’arrivo cinque minuti prima del Sajo e vado mestamente in doccia mentre gli altri Fagiani chiudono in modo impeccabile questa simpatica e ben organizzata gara (con menzione speciale a Davide per il suo ottimo esordio). Per fortuna il Pasta party (che per noi sarebbe giusto fosse denominato Birra party) mi risolleva un po’ il morale mentre si scatena un nubifragio che ci fa tutti essere felici di non essere in giro per monti. Anche una giornata negativa con i Fagiani diventa una festa, specialmente se un novellino come Davide porta un salame casalino da spartire tra di noi e se tutti alla fine sono abbastanza ebbri da scordare le proprie magagne. Tranne uno, che ha dovuto restare lucido per andare a casa ad appendere i lampadari dell’Ikea.

All’arrembaggio

E così, con questo epilogo quasi preannunciato finisce la mia serie di sorteggi per la stagione 2018. Inutile stare a frignare o lamentarsi, si corre solo il rischio (come dicevano i mitici Green Day in Basket Case) di deprimere il prossimo. Potrei saggiamente (date le condizioni del mio ginocchio) approfittarne per vivere una stagione di corse interlocutoria ma….non è nel mio stile, meglio dare sfogo a fantasia e sogni e mettere nel mirino qualcosa di stimolante e, se possibile, che non richieda sorteggio !!! Inoltre se trovo qualcosa da fare ho maggiormente la possibilità di affiancare il mio Ragazzo Innamorato nella preparazione del suo TOR (perchè è chiaro che andrà, sennò me lo inculo). Guardando qua e là, all’interno dell’incasinato planning famigliare e personale, non ci sono grandi margini di manovra ma un progettino stimolante mi sembra di averlo trovato. Certo mi porterebbe a saltare il mio amato TDH e mi in aggiunta mi spiacerebbe non accompagnare il Bei nella sua prima Ultra, ma nel caso sono certo che altri Fagiani si prenderebbero l’onere e l’onore, mentre io li accoglierei (da volontario) in qualche punto del percorso. Ora, cercasi Fagiani per accompagnare il coach al Cro Trail il 6 luglio 2018, l’unico Trail dove all’arrivo si fa il bagno in mare !!