GRANDE TRAVERSATA ELBANA cap.2

SABATO MATTINA: si è sparsa l’idea che la biforcazione che divide la GTE nord dalla GTE sud, di fatto l’inizio della discesa finale verso Pomonte, sia a due passi. Grande è pertanto il disagio quando la cartellonistica (peraltro già acclarato non essere il punto di forza dei sentieristi elbani) riporta notizie contrastanti; trenta minuti dopo il cartello che segnava “BIFORCAZIONE 1h” troviamo il cartello “BIFORCAZIONE 1h.30’ “, causando uno stillicidio di “perbacco” che escono dalle bocche dei Fagiani. Comunque, dopo un tempo indefinito perveniamo alla biforcazione sulla quale troneggia un “Pomonte 3 h”. Parte un “Perbacco” di mosconiana memoria anche dalla Sarah, ma siamo sereni, tutto nella norma.

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SABATO ORE 9: La strada verso Pomonte si rivela migliore di quanto preventivato, tanto da farci avvicinare rapidamente alla nostra meta di arrivo. Ad un bivio invece del pietroso sentiero al sole sulla dorsale, prendiamo il segnavia (CAI 109) che tramite un ombreggiato sentiero tra piante e ruscelletto ci guida dolcemente all’arrivo. Ad un tratto si leva un doloroso grido. Mi fermo e torno indietro qualche metro fino a trovare Davide accanto alla Sarah. Mi dice “chiama i soccorsi, la Sarah si è fatta male” mimandomi senza farsi vedere un gesto inequivocabile. Il telefono non prende pertanto mi abbasso un po’ ma non riesco comunque a chiamare. Nel frattempo arriva Davide e col suo telefono riusciamo a contattare il 112. La tipa che risponde è molto infastidita dal fatto che io non sappia in che comune ricada Pomonte ma le faccio presente che non è una notizia segreta e che magari su Google lo trova. Dopo poco mi informa soddisfatta che Pomonte è sotto Marciana Marina, ma la sorprendo chiedendo l’intervento del Soccorso Alpino. Davide riesce anche a trovare la posizione con longitudine e latitudine. Chiude la comunicazione dicendo di lasciare libero il telefono per eventuali chiamate, e così facciamo. Non siamo proprio sereni perché non tutto è nella norma.

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SABATO ORE 10: Lascio il gruppo per capire se per caso Pomonte sia raggiungibile via terra facilmente, ma dopo 10 minuti di discesa a bomba, da una radura vedo il paese ancora abbastanza lontana e capisco che i soccorsi a piedi non arriveranno. Torno dagli altri e nel frattempo la Sarah è stata sistemata all’ombra e coperta col telo d’emergenza. Matteo e il Taddy scenderanno al paese per indirizzare eventuali soccorritori, Davide monitora il telefono un po’ a valle di dove si trovi la Sarah, Albino, Rigo e Giacomo fanno la guardia all’infortunata, io il Perbe ed il Bosca cerchiamo un posto per fare calare col verricello i soccorritori. Il tempo però scorre e non abbiamo notizie, tanto che dopo un po’ scelgo di non andare dalla Sarah per evitare di doverle dire che non ci sono novità. Nel frattempo Giacomo riesce ad avvertire le nostre groupie, e deve avere molto chiara la situazione dato che il Taddy, al momento in cui 4 km sotto sbuca in paese dalla giungla in cui ci troviamo, trova la Michi e la Robi in ciabatte che stanno venendo verso di noi “per portare del succo perché la Sarah ha sete”. Dal “Perbacco” ricevuto come risposta capiscono che non siamo poi così vicini, e desistono dal loro tentativo. Per fortuna nel frattempo Matteo riesce a contattare i soccorsi perché noi senza saperlo siamo isolati e non abbiamo notizie.

SABATO ORE 10.30: in tutto il suo splendore appare sopra di noi Pegaso 3, che con luccicante fulgidità cala su di noi il primo soccorritore. Il rotore scatena un uragano, incuranti di ciò riusciamo a “brincare” l’omino appeso al cavo che si deposita a terra. Prendiamo la barella e attendiamo che altri due membri della squadra vengano calati e quindi li accompagniamo dove giace la azzoppata. Il medico del gruppo, evidentemente grande fan di Chuck Norris, dopo aver palpeggiato la caviglia ed il piede se ne esce con un “potrei sistemarla qui e farla camminare ma è meglio non fare gli eroi”. La cosa non deve però risultare gradita alla Sarah che con un paio di “Perbacco” bene assestati lo convince a desistere e anche a farle 5mg di morfina. Sono arrivati i professionisti, pertanto siamo sereni, tutto nella norma.

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SABATO ORE 10:50: dopo essere stata bloccata nel piede e drogata, la zoppa è pronta per essere recuperata da Pegaso, manca solo la chiusura delle cinghie della barella. Gli operatori si adoperano per sistemarle e quando tutto sembra a posto, uno dice “no, così non mi sembra giusto”. Cala un preoccupato gelo di noi Fagiani, e la Sarah seppure “fatta” coglie l’anomalia della cosa. Dopo aver rifatto la legatura siamo pronti: chiamate Pegaso, la pulzella è pronta al volo ! A quel punto la faccenda si fa comica perché all’inizio nessuno riesce a mettersi in contatto con l’elicottero; né la radio né il 118 risultano raggiungibili e nell’imbarazzo generale solo Giacomoh riesce a far squillare il cellulare privato del pilota, che però non risponde (avrà di certo avuto altro da fare). Poi finalmente uno della squadra di soccorso riesce a contattare il 118 ma non avendo l’operatrice capito la natura della chiamata, iniziano a bisticciare insultandosi, confortandoci sulla bontà delle mani in cui lasciamo la Sarah. Alla fine, mentre ancora per il 118 non è chiaro chi noi siamo, quanti siamo né da dove veniamo (un fiorino !!!), compare Pegaso a sorpresa. Giusto il tempo di salutare la drogata, infilarle il cellulare nel reggiseno (e non diremo chi ha avuto l’onore) e farci dire dove la portano e…in un tripudio di selfie e rami rotti la squadra di soccorso se ne va. Raccattiamo le nostre poche cose e riprendiamo la discesa, ognuno abbastanza convinto che la barella si stacchi e che l’infortunata finisca in mare. Ma siamo sereni, tutto nella norma.  

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SABATO ORE 11.45: si chiude ufficialmente la GTE con l’arrivo sull’assolata spiaggia di Pomonte. Troviamo ad attenderci due Fagiani andati avanti in cerca dei soccorsi e le spettacolari Groupie (con succo di frutta). Dopo esserci cambiati e buttati in mare sorseggiamo parecchie birre a coronamento dell’impegnativa nottata/mattinata. Il Taddy riesce a ingurgitare da solo due sacchetti di patatine da un chilo, strappando l’ammirato “Perbacco” dei più, qualcuno si sdraia a riposare finchè uno del gruppo dice “tutto bello, peccato un po’ per la Sarah”. Alla risposta “Sarah chi ?” ci ricordiamo perchè siamo sereni; perché coi Fagiani tutto è norma (e poco normale). 

EPILOGO: è seguita una notte di festa, un risveglio a bocche impastate, il gruppo che si è sciolto, chi perchè rimasto all’Elba, chi perchè ha continuato le ferie altrove, chi perchè tornato a casa diretto. C’è stato anche chi è riuscito ad aggirare le norme Covid e a portare conforto e vestiti all’interno del reparto ortopedia dell’ospedale di Livorno, ma per evitare strascichi tralasciamo i particolari. Rimane l’amicizia vissuta, la bellezza dei posti attraversati e poi rimane lei, l’anima della gita, quella che nei momenti di noia riesce sempre a strapparti un sorriso con un tuffo a braccia aperte nella ghiaia o perchè drogata e in volo nell’azzurro del cielo.

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Grazie Sarah, non vediamo l’ora di scoprire cosa farai in futuro per migliorare questa prestazione.

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