Once there was a battle there
Una volta ci fu una battaglia lì
Hundred thousand people there
Centinaia di migliaia di persone là
All those people gathered there
Tutte quelle persone si sono radunate lì
To see the rumble in the jungle there
Per vedere la rissa nella nella giungla là
Nel 1974 un giovane promoter di incontri pugilistici, Don King, gioca un azzardo che potrebbe risultargli fatale dal punto di vista economico: decide di mettere il campione in carica dei pesi massimi George Foreman contro un ex campione che quasi tutti danno per bollito, tale Muhammad Ali. Quest’ultimo, in seguito ad aver rifiutato di fare il servizio militare ed essere stato incarcerato per due anni, sembra ormai avviato verso il viale del tramonto, soprattutto dopo aver perso il titolo contro il forte Joe Frazier nel 1971 ma aver perso anche contro il non irresistibile Ken Norton nel 1973. King promette 5 milioni di euro al vincitore ma non li ha, pertanto accetta la “sponsorizzazione” del presidente del neonato stato africano dello Zaire che per far conoscere a tutti la nuova Nazione mette a disposizione una valanga di soldi affinchè il match venga disputato a Kinshasa, capitale del Paese. Il resto è storia, raccontato nel bellissimo documentario “Quando eravamo re”, con Alì che fa scatenare il potentissimo Foreman e grazie ad un gioco di corde col ring (il famoso “rope-a-dope”) lo sfianca sia fisicamente che psicologicamente sussurrandogli nelle orecchie mentre sono legati “ehi, picchia più forte che non sento niente”, fino a mandarlo KO all’ottava ripresa, nella cornice surreale di un Paese in visibilio per il vincitore che urla Ali bomaye!, Alì uccidilo.
Torniamo nel 2020 per assistere ad una nuova Rumble in the Jungle, con gli scontri che si succedono sul ring dell’FKT. Asan Briccio la lotta tra vecchi leoni e nuovi aspiranti si sussegue nelle varie serate, con duelli che vedono giocarsi sul filo dei secondi sia la leadership che la lotta per podio, ai piedi del quale inoltre cinque Fagiani sono chiusi in un minuto di tempo. Le riprese non sono finite, all’angolo ogni pugile sta pensando alla strategia da tenere nel prossimo round (tranne Mauro che non è strutturato per operazioni di questo tipo), tutti sono invitati a partecipare o se non in giornata, ad assistere, come ieri sera quando sulla discesa finale in cinque runner non ingaggiati abbiamo gridato ai contendenti che si stavano prendendo a sportellate “BOMAYE !!!!”
E la colonna sonora dell’evento non potrà che essere quella scritta dalla meteora Johnny Wakelin, un brano che chiunque abbia due capelli bianchi non potrà che rimembrare con entusiasmo. Non in Zaire, ma a San briccio…