Fanta se

Torniamo alle nostre elocubrazioni, torniamo a pensare a questa ipotetica corsa collinare di una dozzina di chilometri. Perchè non immaginare (cosa costa sognare ?) di arricchirla con dei bonus ? (tipo offrire birra ai ristori e scalare i bicchieri dal tempo finale). Con tutti questi annessi, chi sarebbero i cinque più veloci ?

Al posto più alto del podio vedrei certamente uno tra il Baci e Michele Cap. Forse il percorso filante potrebbe favorire il primo (fresco protagonista a Berlino) ma Michele (rumors paralleli) è in fase di allenamento anche sulla birra e venderà cara la pelle. La lotta per i restanti posti è a mio avviso più equilibrata. Se guardiamo il podio passato Perbe non deve mai essere sottovalutato, anche perchè l’aria di competizione gli tira fuori sempre il meglio ed è bravo come pochi a riuscire a spremersi senza saltare. Assieme a lui sul podio lo scorso anno c’era Marco Basso, che invito a non sottovalutare nonostante lo stato di forma non sia il migliore. Anche lui è un bulldog e la distanza è la più congeniale alle sue caratteristiche. Metto poi allo stesso livello il mio storico sodale Dic e il Tommy. Anche loro secondo me pagano la poca salita del percorso ma potrebbero recuperare andando a tutta nei tratti più duri. Metto adesso due sorpresa: il primo è Torello. Non ha più la forma stratosferica di giugno ma le sue leve sono garanzia di velocità e pure lui è un cliente da prendere con le pinze. La seconda sorpresa è Ferdy. Tatticamente scriteriato, in una gara così se trova il giusto passo potrebbe essere al livello dei migliori, soprattutto se riesce a far valere le sue doti di discesista. Chiudo infine i pronostici con due fattori da valutare, i fattori G e C. G come Gabri, una che col sorriso sulla faccia ti asfalta e non te ne accorgi, C come Claudia (se corre), che tutti i Fagiani hanno imparato a vedere due colonne in classifica prima del proprio nome. Per lei l’handicap potrebbe essere il beveraggio (mentre la Gabri beve come un alpino). Oltre questi, ognuno può vivere il giorno perfetto; se pensate che sia il vostro mettetelo nei pronostici.

Aggiunta dell’ultima ora. Ho scordato “l’ispanico”. Anche il Virgi dirà la sua per dimostrare che si può essere profeti in patria. Vedremo se ci riuscirà

Chi vuole partecipare metta i propri 5 nei commenti. Io parto coi miei

If – Se

Immagino che dal titolo tutti stiate pensando che io vada di seguito a declamare la celeberrima poesia di Kipling, mentre l’incipit ipotetico della frase nasce da un gioco mentale (diciamo più propriamente sega ?) derivante da un dialogo tra me ed il presidente. Lui diceva: ti immagini se facessimo una corsa tra fagiani, tipo in collina e tipo di una dozzina di chilometri con qualche centinaio di metri di dislivello, secondo te chi sarebbero i primi 5 ? Io ho risposto: dipende da chi partecipa, comunque indovinarli tutti sarebbe quasi impossibile. Certo, a livello teorico si potrebbe riproporre questo mero esercizio ipotetico a tutti i Fagiani, andando a darci delle ipotetiche regole (che in modo non ipotetico ma reale si potrebbero mutuare dal sito di Spirito Trail). Così, in linea teorica si potrebbe mettere in palio una felpa personalizzata fagiana (tanto è ipotetico come premio) a chi fa più punti a questo ipotetico Fantatrail, le cui regole mi piacerebbe far finta che siano:

1 punto se si indovina il nome ma non la posizione nei primi 5
3 punti se si indovina nome e posizione
Bonus di 6 punti se si indovina almeno tre persone dei primi cinque nell’ordine giusto
Altri 10 punti bonus se si indovina i primi 5 al completo e nell’ordine giusto

Magari qualcuno vuole ipoteticamente provare a scommettere ? Nei prossimi giorni farò una presentazione degli ipotetici top 5 e poi avanti con le ipotetiche puntate !!

p.s.: Visto che ci sono vi metto la poesia di Kipling così diventate più ispirati

SE

Se saprai mantenere la testa quando tutti intorno a te
la perdono, e te ne fanno colpa.
Se saprai avere fiducia in te stesso quando tutti ne dubitano,
tenendo però considerazione anche del loro dubbio.
Se saprai aspettare senza stancarti di aspettare,
O essendo calunniato, non rispondere con calunnia,
O essendo odiato, non dare spazio all’odio,
Senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare troppo saggio;

Se saprai sognare, senza fare del sogno il tuo padrone;
Se saprai pensare, senza fare del pensiero il tuo scopo,
Se saprai confrontarti con Trionfo e Rovina
E trattare allo stesso modo questi due impostori.
Se riuscirai a sopportare di sentire le verità che hai detto
Distorte dai furfanti per abbindolare gli sciocchi,
O a guardare le cose per le quali hai dato la vita, distrutte,
E piegarti a ricostruirle con i tuoi logori arnesi.

Se saprai fare un solo mucchio di tutte le tue fortune
E rischiarlo in un unico lancio a testa e croce,
E perdere, e ricominciare di nuovo dal principio
senza mai far parola della tua perdita.
Se saprai serrare il tuo cuore, tendini e nervi
nel servire il tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tenere duro quando in te non c’è più nulla
Se non la Volontà che dice loro: “Tenete duro!”

Se saprai parlare alle folle senza perdere la tua virtù,
O passeggiare con i Re, rimanendo te stesso,
Se né i nemici né gli amici più cari potranno ferirti,
Se per te ogni persona conterà, ma nessuno troppo.
Se saprai riempire ogni inesorabile minuto
Dando valore ad ognuno dei sessanta secondi,
Tua sarà la Terra e tutto ciò che è in essa,
E — quel che più conta — sarai un Uomo, figlio mio!

Misurina sky marathon 2016 – parte 1

Il week end della Misurina SM parte nel mio caso con grande calma. L’appuntamento per raggiungere Misurina del mio scaglione (le partenze fagiane si susseguiranno dalle 6 di mattina alle 6 di sera) è alle 13.30, che diventeranno le 13.45 che vorrà dire partenza alle 14. Tutto all’insegna del relax, tanto di tempo ce n’è. Riusciamo addirittura a ottimizzare le auto e con tre veicoli ci dirigiamo verso il Cadore. Tutto prosegue bene, solita birretta in macchina e quattro chiacchere con i compagni di merende. Purtroppo all’altezza di Padova giunge un sms dall’organizzazione: per motivi di sicurezza la gara cambia percorso e si ridurrà a 30 km con 1600 m di D+. Durante una pausa pipì ci riuniamo in un baretto e si comincia a discutere sulle conseguenze del taglio. Il riassunto del pensiero del Fagiano medio (e già attribuire facoltà di pensiero al Fagiano medio è fare un atto di fede) è: per 30 km non mi sporco neanche le scarpe, tanto vale sfondarsi di cibo e vino in agriturismo e poi chiudere la corsetta (divenuta formalità) per smaltire le calorie. Lungo la strada ci fermiamo anche ad Auronzo a ritirare i pettorali ed abbiamo la fortuna di assistere ad uno degli exploit che rendono i Fagiani una delle schegge impazzite del mondo della corsa; tutti ci mettiamo a compilare la solita liberatoria a favore dell’organizzazione gara (in cui dichiariamo di essere a conoscenza che se tireremo le cuoia siamo dei coglioni noi ecc. ecc) dopodichè ci mettiamo in fila per ritirare i pettorali, quelli della 42 km a sinistra e quelli della 20 km a destra. Il Bosca però non si ritrova tra quelli della breve, nonostante gli addetti cerchino a destra e manca il suo riferimento. Finchè vien fuori che sbagliando, ancora a luglio si è iscritto alla lunga e perciò farà la 30. Ritiriamo anche il pettorale della lunga di Mauro (premio Calaf 2016, vedi un post precedente) che resta a disposizione di qualcuno che voglia cambiare corsa.  Raggiungiamo quindi il lago ed il nostro hotel (da barboni, non come il Pito che da vero latifondista borghese si piazza in suite 4 stelle superior) che a differenza di quanto descritto dall’avvocato si rivela tutto sommato più che decoroso e soprattutto in posizione perfetta per la gara, essendo a soli 150 m dal traguardo. Al momento dell’assegnazione delle stanze, il suddetto avvocato si produce in un trucco di alta scuola di magia, e piazza il tanto temuto Torello (che nel momento del sonno diventa Trattorello) in camera col Farmacista, approfittando dalle turbe che attanagliano il nostro spacciatore di profilattici riguardo l’opportunità o meno di partecipare alla gara lunga invece che la 20 km utilizzando il pettorale di Mauro. Dopo aver depositato i bagagli ci concediamo un aperitivo e poi andiamo alla Malga Agritur dove il piano di gozzovigliare come i peggiori crepuloni viene capillarmente messo in atto. Vassoi di salumi e formaggi, gnocchi, piatti di polenta e salamelle vengono colpiti e affondati, anzi annegati visto il numero di caraffe svuotato. Un osservatore neutrale (Cholo) che non partecipa alla gara si lascia sfuggire col presidente: “credevo che la sera prima di una corsa la dieta fosse diversa da questa”. Hai ragione Cholo, ma noi siamo Fagiani e 30 km e 2000 m  di D+ li possiamo fare anche post sbronza !! Sarà vero ? Lo vedremo di seguito…..

Non sempre le ciambelle….

La gara di fine estate dei Fagiani (la più partecipata dopo l’Orsa) è andata, e dopo aver corso (in attesa di scrivere il racconto) alcune brevi considerazioni:

  • Il cambio di percorso dovuto al maltempo ha trasformato la più bella gara del mio 2015 (come percorso)  nella più brutta da me mai corsa. Credo che gli organizzatori avrebbero potuto/dovuto spremersi un po’ di più in cerca di un percorso più accattivante, anche alla luce che il maltempo è stato veramente relativo: un po’ di pioggia e niente più.
  • La scelta logistica del Presidente (Hotel e Agriturismo) sono state perfette. Fare la doccia bollente in stanza a fine corsa a 200m dall’arrivo è stata una figata. E a quelli che dicono che il cibo della sera era pesante dico solo una cosa: e le grappe alla Genziana cosa sono state inventate a fare se non per digerire ??
  • La compagnia della crew (mogli, morose e groupies) è stata ottima, spiace solo che a causa delle nuvole e della pioggia non abbiano potuto godere della bellezza del paesaggio
  • La prestazione del gruppo fagiano è stata impeccabile: precena, cena e corsa perfetti. In ogni ambito nessun ritirato
  • Quando al momento di partire per tornare a Zevio ho visto arrivare i suoceri di Rocco per trascorrere con l’amato genero una due giorni coccolosa ho avuto un brivido. Qualcuno sa perchè ???img-20160918-wa0000

 

Prevenire

Ultimi giorni che non sciolgono i dubbi sul meteo (o meglio sulla pioggia, di certo farà più fresco) perciò il bravo e diligente Fagiano a questo punto stila l’elenco di cosa portarsi alla gara. Cioè:

  • Tutto il materiale obbligatorio (che a Misurina si risolve portandosi appresso una giacca antipioggia adatta alla montagna)
  • Parte del materiale consigliato che nel mio caso sarà zaino, telo d’emergenza,  guanti, guanti in lattice per non fare bagnare i guanti in lana, maglia calda, berretto in lana, pantaloni lunghi che uso d’inverno(nello zaino), gillet (che metterò alla partenza) più qualche cibaria d’emergenza (barrette o gel).
  • Metterò tutto in sacchetti di plastica per evitare che si bagnino in caso di eventuale pioggia
  • La sacca con la roba per doccia e ricambio da fare dopo l’arrivo

Credo poi che sia fondamentale che tutti guardino bene in fondo all’armadio o nei ripostigli o in fondo ai cassetti e si muniscano di tutta la cattiveria, la voglia di correre e la determinazione che hanno, perchè se dovesse esserci brutto tempo la faccenda si farà ancora più interessante. No pain, no gain. Siamo mica color run

NELLA SFERA DI CRISTALLO

Girovagando nei siti di trail trovo stamattina un utente che posta le previsioni per domenica con neve a Misurina a 2000 m (accumuli di 3-5 cm). Caspita, so che la meteorologia è di per sè una scienza inesatta e che le previsioni a più di 48-72 ore sono poco attendibili ma l’idea di una tormenta non mi allieta di certo, soprattutto per il codazzo di mogli e amici a carico che questo happening fagiano si trascina dietro. Controllo perciò sui siti di fiducia e ho la conferma che al momento non si sa che pesci pigliare riguardo al tempo, anche se è certo che giovedì sera e venerdì farà brutto (sebbene ci sia un moderato ottimismo legato al fatto che con sabato si esauriscano gli episodi precipitatitivi e che domenica ci sia bello). Una certezza però ce l’abbiamo, anzi due:

  1.  Agriturismo prenotato per 40 persone
  2. Teddy molto concentrato sul tentativo di strappare il titolo di Fagiano Ignorante  a Mauro (da manuale la risposta alla richiesta di scelta del menù da parte del presidente)

Ora, non centra niente con l’articolo ma metto una foto di una bella topa che sennò perdo i like su Facebook. Ha promesso che verrà a fare qualche corsa con noi sul Carega, è da Vangadizza ma vive a Terranegraana-delia-de-iturrondo

 

Così così

Mancano ormai meno di due settimane a Misurina e al week end di gare (20 km 1600 D+ e 42 km 3000 D+) che saranno teatro di un quasi raduno Fagiano. Tra runners, amici e famigliari una quarantina di anime popoleranno le zone vicine al Lago di Misurina, e se il tempo sarà propizio sono certo che in gara o meno, tutti resteranno estasiati dalla bellezza dei luoghi. Tanto più a settembre, quando le processione di auto va scemando.

Per conto mio, mi sto avvicinando alla gara in modo molto blando. Probabilmente troppo. La piccola influenza che sto superando di certo non sposta il fatto che in agosto ho corso veramente poco, neanche 80 km, e il giretto di 25 km di ieri sera mi certifica una situazione fisica realmente deficitaria. Anche in considerazione del fatto che i percorsi di Misurina non scherzano. Sono però ugualmente consapevole che a questo punto non serve tentare di colmare il tempo perso con corse massacranti o con un numero di uscite che avrebbe solo il risultato di farmi arrivare alla partenza già stremato. I prossimi giorni mi vedranno iniziare a bere ogni giorno il solito actimel per lo stomaco, mi vedranno ridurre il numero di birre, aumentare le ore di riposo notturno e da qui al 18 settembre farò massimo una o due uscite. Il tagliere post corsa di ieri sera è perciò da ritenersi vietato fino al post gara. Beh, senza essere troppo categorici diciamo per lo meno sconsigliato.img-20160907-wa0001

Il Vioz

Eravamo partiti dopopranzo, di sabato. Io ed il ragazzo innamorato dovevamo raggiungere il resto del gruppo che si era mosso alla mattina e dopo aver raggiunto Pejo fonti e trovato due biglietti usati per la funivia, approffittando del nostro equipaggiamento alpinistico essenziale e soprattutto della forma derivante dalla stagione di Trail, in un tempo velocissimo avevamo raggiunto il Rifugio Mantova arroccato a 3000 e passa metri trovando anche il modo di sbagliare strada ed aiutare una coppia di escursioniste in crisi. La sera era trascorsa in compagnia, cercando (nel mio caso) di limitare gli effetti del difficile adattamento alla quota che mi avrebbero portato la solita notte insonne ed il solito mal di testa. Il rumore incessante del vento aveva fatto garrire per l’intera notte la bandiera dell’Italia ormai sfilacciata all’esterno del Rifugio, e con le raffiche tese che alzavano la neve che feriva come proiettili era volata via anche la possibilità di fare la traversata prevista dal programma. Con gli altri capigita, dopo un rapido consulto col rifugista, si era deciso di fare un breve giro appena dietro la cima e di visitare il museo di Punta Linke a 3600 m, ricavato da una postazione austriaca della Grande Guerra restaurata in modo magistrale. Ricordo benissimo la grande emozione che mi diede vedere quel riparo estremo dove uomini del secolo scorso persero la vita in nome di ideali (Patria, Onore e famiglia) che in verita non riuscivano giustamente a decifrare bene in un buco nel ghiaccio a quasi 4000 m con temperature sottozero. Poi avevamo iniziato il rientro e più per lazzo che per altro in pochi avevamo tentato di salire una cimetta di nullo conto sulla via del ritorno, per poi abbandonare a pochi metri dalla vetta per paura di arrivare tardi e dover fare attendere il resto del gruppo. Ero rimasto ultimo e quando il telefono iniziò a vibrare in tasca mi stupii molto quando sul display vidi che era il mio testimone di nozze. Lo stupore divenne terribile sospetto quando mi chiese se fossero vere le voci di un incidente mortale capitato ad un comune amico. Chiamai a casa, da solo su un sentiero in mezzo alla nebbia, e seppi che tutto era purtroppo vero. E allora piansi, da solo in mezzo alla montagna.  E poi corsi in discesa, corsi e mi ricordo che caddi per terra, e che ero felice per avere una scusa per piangere. Poi raggiunsi gli altri e finsi indifferenza ma piansi ancora scendendo in seggiovia con Rocky perche tutto mi sembrava ingiusto. Come se la giustizia fosse nostra.

E’ passato ormai un anno da quel 13 settembre, e credo che sul Vioz non ci andrò più. Ciao Andrea

 

Batti un cinque Jim

Lo scorso numero di Spirito Trail (la rivista sul trail running che leggo e vi consiglio) ha riportato il racconto di Jim Walmsley e della su avventura/disavventura alla western State. In breve il grissino Jim si è presentato alla partenza con maglia bucata, una borraccia in mano e una cattiveria agonistica impressionante. Ha dominato la corsa come un fuoriclasse, restando ad ogni base vita ben al di sotto al tempo record della corsa arrivando addirittura a staccare il pacer fino a……sbagliare strada a poche miglia dall’arrivo e perdersi !!! Vaga per decine di minuti fino a sbucare su una statale completamente fuori percorso. Nel frattempo lo passano in tanti e lui invece di ritirarsi torna indietro fino al punto sbagliato e conclude 20°. Già qui sarebbe da elogiare, vero spirito trail, ma il top lo raggiunge davanti ai giornalisti che lo intervistano dicendo che l’errore è di certo suo e quest’altra volta dovrà studiarsi meglio il percorso. Altrochè scuse modello calciatori.

Che dire, se non fosse fuori dal giro uno così lo potremmo invitare sul Carega quando c’è il temporale. Good job Jim !!!western-states-pg-5