Spring Waltz

Il Galà di primavera è andato in scena ieri sera e, permettetemi di dire, con grande soddisfazione del sottoscritto. Certo i balli sono stati  non convenzionali (vedi i maldestri passi del Tonno sull’ultima discesa), ma le scenografie ? Qualcuno ha mai visto uno sfondo più bello del tetto scintillante di stelle che ci ha offerto l’altopiano della Bellocca ? Qualcuno ha mai bevuto un cocktail più gustoso della fresca acqua sorbita dalla borraccia, mirando nella notte le luci delle contrade di Campofontana ? Qualcuno ha mai toccato tappeto più morbido di quello dei Crocus lungo la discesa verso il Rifugio Lausen ? Ora, certo qualche sbavatura c’è stata (tipo il polmone del Taddy uscito a fine discesa a forza di tossire o le molestie sessuali del Tonno ai danni di un recalcitrante Ricky) ma come scordare il momento in cui, spente le torce a Malga Monticello di Roverè, al cospetto di una scintillante cintura di Orione [cit. Tonno Figo], tutto sembrava perfetto, anche la presenza del Baci ?? Credo che solo in un momento così Chopin possa aver scritto lo Spring Waltz, probabilmente l’unica musica che non avrebbe stonato nel contesto in cui ci siamo trovati.

Non temano gli assenti, ci sarà il Ballo della Luna Piena, ed in quel frangente la magia tornerà ad aleggiare sui Fagiani notturni che calcheranno gli alti pascoli della Lessinia.

Ed ora stasera sul divano, in tranquillità, chiudete gli occhi e ascoltate che capolavoro compose il tisico polacco e chi c’era ieri sera evochi nel ricordo il momento in cui al buio, approfittando dell’intimità delle tenebre, avrebbe voluto come me un abbraccio da…. Sasha Grey (vero presidente ?)

 

Citrabericus (al di qua)

A Wcenza, lo scorso 18 marzo, la rappresentativa dei Fagiani non era composta solo dai 12 corridori ma a questi si sono aggiunti progressivamenti altri 6 loschi figuri. Compito di questo drappello, al di qua delle transenne della gara (espressione cara a Enrico Pollini, l’organizzatore proprio dell’Ultrabericus) era quello di gestire le sacche dei concorrenti, ovvero di ricevere, sistemare e infine (dopo la corsa) riconsegnare al proprietario la propria sacca indumenti contenente il cambio di vestiti e l’occorrente per la doccia. Il compito di per sè non era particolarmente complicato se non per il fatto che movimentare 1800 sacche, la maggior parte delle quali consegnate tra le 09.00 e le 10.00, si è rivelato un gioco per niente banale.

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Sacche di ogni tipo da gestire

La fortuna ha voluto che la pattuglia sacche fosse particolarmente agguerrita (sebbene almeno un elemento portasse ancora i segni della battaglia della sera precedente)

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Il riposo del guerriero a metà pomeriggio

e così utilizzando i trucchi del mestiere siamo riusciti a svolgere il nostro compito fino in fondo (cioè alle 23.50 abbiamo consegnato la sacca alle scope). Devo dire che personalmente mi ha inorgoglito  ricevere i complimenti da parte degli atleti ed è bello scoprire e magari meravigliarsi per la mole di lavoro che sta dietro ad una gara trail. Magari ci può far pensare prima di lamentarci di qualcosa alla prossima nostra partecipazione o semplicemente ci spingerà una volta di più a ringraziare a nostra volta i volontari di altri eventi. Da parte mia un grazie a tutti, e per chi non ne ha avuto abbastanza appuntamento al 2018 !!

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Giusto per la cronaca, il vichingo ha inculato tutti (e dico tutti) i Fagiani in gara !!

FKT aggiornato 28/03 SAN BRICCIO – 14,2 km, D+ 470 m

NOME DATA TEMPO NOTE
FERDY 07/02/2017 1h 17′ 40″
BOSCA 07/02/2017 1h 19′ 00″
PITO 07/02/2017 1h 25′ 55″
SAJO 13/03/2017 1h 21′ 41″
PERBE 13/03/2017 1h 21′ 41″
GEDE 28/01/2017 1h 28′ 31″
MOZ 28/01/2017 1h 28′ 31″
TORELLO 24/01/2017 1h 37 00″ ghiaccio in discesa
SPINA 24/01/2017 1h 39′ 15″ ghiaccio in discesa
BEPPE 24/01/2017 1h 43′ 00″ ghiaccio in discesa
ANDREA ROLANDO 24/01/2017 1h 43′ 00″ ghiaccio in discesa
TEDDY 12/01/2017 1h 46′ 45″ neve e ghiaccio in discesa
TONNO 24/01/2017 1h 49′ 05″ ghiaccio in discesa
BEI 21/03/2017 2h 06′ 09″

Galà di Primavera

Con il 21 di questo mese è iniziata la stagione che i latini chiamavano Ver, e per festeggiare la Prima Ver (inizio di primavera) abbiamo ricevuto un invito speciale. Il Carega ci chiama e noi Fagiani non possiamo ignorare l’invocazione del nostro Gohonzon. Sarà perciò giovedì prossimo, il 30 marzo, la celebrazione del nostro Galà di Primavera. Da Giazza, al crepuscolo, potremmo sfruttare gli ultimi raggi di sole per vedere i bellissimi cuscini di primule gialle e blu di cui la salita delle Gosse è tappezzata. Lasceremo che il bosco ceduo ceda spazio alla bellissima faggeta e in corrispondenza del Ponte delle Gosse sceglieremo se continuare fino a Parparo Vecchio o se deviare verso Malga Monticello di Roverè. In ogni caso saranno le stelle e la luna a illuminare gli alti pascoli della Lessinia e il bellissimo saliscendi tra Malga Bellocca e il Rifugio Lausen sarà ancora più corribile seguendo la mulattiera circondata dai crocus. A questo punto i debuttanti del ballo del Carega avranno il cuore palpitante, chi per la corsa, chi per la fauna (il lupo è di casa in questi prati) e chi per l’ambiente. Ma non temano costoro, ci penserà la mano dei più esperti a scaldare i cuori e forse qualche altro muscolo dei più timorosi. Già sento frasi dolci sussurrate alle orecchie del Gede da parte del Teddy, già vedo gli occhioni del Tonno cercare coraggio nello sguardo del Ricky, ma poi il Capitano Perbe richiamerà il gruppo all’ordine, e la bellissima discesa del sentiero Cai 251 ci farà quasi fluttuare a Giazza, dove il suono della fontana romperà l’incantesimo e ci riporterà alle nostre cure quotidiane, ebbri nel cuore e, per chi non fa quaresima, anche nel corpo.

Non ci sono scuse, lasciate calcetto, corsi di spagnolo, mogli gelose e amanti focose. Inizia la stagione del Carega e i Fagiani non possono mancare. Per i più dozzinali e privi di poesia ricordo che saranno una quindicina di km con un dislivello che va dai 700 ai 1000 D+, in funzione del percorso scelto.

Cisabericus (al di là)

Il week end Berico si è concluso, e i 66 km di Trail hanno dato il loro verdetto. Vediamo com’è andata:

  • Baci: ha dichiarato che alle ore 18 sarebbe già stato docciato e massaggiato, purtroppo per lui io ho contato 16 minuti di ritardo che si tramuteranno in 16 birre per i Fagiani. Se entriamo nel merito della corsa un ottimo riscontro cronometrico e un risultato più che lusinghiero per lui, soprattutto considerando la scarsa esperienza nella gestione delle gare lunghe.
  • Bosca:ho azzeccato la previsione e l’avvocato del diavolo ha francamente tirato fuori una super prestazione. Alle sacche l’ho visto con gli occhi della tigre ed ho pensato che per lui avrebbe potuto essere un gran giorno e così è stato. Molto bravo
  • Gede e Moz:per loro “buona la prima”. Bravi e saggi. Ottima gestione della fatica e lusinghiero il cronometro per loro all’esordio oltre i 50 km. Marco avrebbe avuto anche più benzina ma ci sarà tutto il tempo per dimostrare i cavalli del suo motore
  • Perbe: Il Capitano si conferma resistente e in grado di tirare fuori sempre le giuste risorse per performare al massimo. 9 ore e spiccioli sono un gran tempo, tanto di cappello
  • Boghi: resta sotto le 10 ore e per questo il suo esordio oltre i 50 km merita di essere plaudito. Deve però imparare a gestirsi meglio (la sua costante perdita di posizioni testimonia di una partenza troppo sprint) se non vuole rischiare di saltare. Un merito aggiuntivo per aver vinto la tentazione di ritirarsi e aver sopportato la nausea
  • Taddy: un grande risultato per Denis che usa il cervello e riesce a chiudere una corsa che avrebbe potuto rivelarsi tragica per lui se non avesse saggiamente dosato le forze.Un passo avanti in chiave LUT, vero obiettivo stagionale
  • Torello: Hic sunt Leones. Alla resa dei conti la giornata naufraga per un insieme di errori tattici (ritirarsi con altri 7 Fagiani alle spalle e 8 ore di tempo è frutto dell’impazienza) e tecnici (non portarsi nello zaino i compeed in una gara così è da dilettanti, non richiedere la medicazione dalla Croce Rossa da sprovveduti). L’importante è tirare una riga, ritrovare le motivazioni e fare tesoro dell’esperienza. Pur sapendo (per esperienza) che la prima DNF non si scorda mai
  • Pito: direi monumentale. Lotta, soffre e porta a casa il premio finisher. Deve ringraziare il Sajo per l’assistenza ma di certo la maggior parte del merito è sua. Ora però bisogna sistemarsi fisicamente perchè alla TDH non ci si può presentare così.
  • Giacomo: è una garanzia su questa gara. Avvia il motore, regola il gas e non molla di un centimetro. Migliorando anche i tempi passati. Ora però deve lavorare sulla tecnica, aggredire le discese ed iniziare a fare amicizia coi sentieri scoscesi. Ed in questo il Carega è ottimo maestro.
  • Fringo: non ho parole. L’avevo pronosticato sorpresa di giornata e così è stato. Di certo io speravo in senso positivo. Vale per lui quanto detto per il Torello, con l’aggiunta che nel suo caso deve cambiare mentalità rispetto alla corsa su strada. Le ultra sono gare dove si fa tempo ad ammalarsi, guarire e riammalarsi di nuovo. Non si può mollare per noia. Speriamo sia abbastanza incazzato da far bene in futuro
  • Caffa: si trasforma in Alessandro Beifiori e chiude bene la gara Urban. E’ un vero Fagiano perchè sebbene fuori forma e con la testa altrove si mette a disposizione della squadra e partecipa alla giornata di festa Ultraberica. Grande Ronny
  • Sajo: E’ il nostro presidente e in questi frangenti giustifica tutti gli euri che gli corrispondiamo per tale carica. Si prende in carico i Fagiani e li accompagna al traguardo, sol sorriso e la tranquillità. Grande Diego, vero Spirito Trail inside !!

Matematicamente

Alcuni numeri sull’Ultrabericus. Poi in seguito faremo alcune considerazioni, adesso i cronometri hanno detto così (le classifiche citate sono quella di genere):

PEDERIVA (Km 23,7)

pos. nome tempo
123 Andreetta Fabio 02:29:05
381 Boscagin Francesco 02:51:21
382 Zampa Simone 02:51:23
384 Salamon Stefano 02:51:29
386 Perbellini Davide 02:51:32
411 Talea Bogdan 02:54:19
671 Mosele Giovanni 03:12:28
674 Mozzo Marco 03:12:53
760 Taddei Denis 03:23:43
824 Sajoro Diego 03:34:31
825 Strambini Diego 03:34:43
880 Tessarolo Giacomo 03:51:25
SAN DONATO (Km 34,00)
pos. nome tempo
123 Andreetta Fabio 03:59:25
343 Zampa Simone 04:37:03
348 Perbellini Davide 04:37:43
454 Salamon Stefano 04:49:38
461 Boscagin Francesco 04:49:07
471 Talea Bogdan 04:50:18
668 Mozzo Marco 05:18:12
670 Mosele Giovanni 05:18:15
733 Taddei Denis 05:31:09
860 Tessarolo Giacomo 06:15:42
861 Sajoro Diego 06:15:42
862 Strambini Diego 06:15:52
TORRI (Km 55,00)
pos. nome tempo
134 Andreetta Fabio 06:35:53
336 Perbellini Davide 07:28:08
403 Boscagin Francesco 07:47:12
466 Talea Bogdan 07:55:46
611 Mozzo Marco 08:34:02
612 Mosele Giovanni 08:34:04
665 Taddei Denis 08:51:21
775 Tessarolo Giacomo 09:56:38
792 Sajoro Diego 10:16:45
793 Strambini Diego 10:16:55
DNF Zampa Simone n.c.
DNF Salamon Stefano n.c.
FINALE (66,00)
pos. nome tempo
122 Andreetta Fabio 7:51:33
336 Perbellini Davide 9:02:10
403 Boscagin Francesco 9:20:32
491 Talea Bogdan 9:39:36
603 Mozzo Marco 10:21:15
604 Mosele Giovanni 10:21:17
652 Taddei Denis 10:39:33
764 Tessarolo Giacomo 11:53:52
791 Sajoro Diego 12:26:58
792 Strambini Diego 12:27:02
DNF Zampa Simone n.c.
DNF Salamon Stefano n.c.

 

 

 

 

 

 

FKT aggiornato 16/03 SAN BRICCIO – 14,2 km, D+ 470 m

NOME DATA TEMPO NOTE
FERDY 07/02/2017 1h 17′ 40″
BOSCA 07/02/2017 1h 19′ 00″
PITO 07/02/2017 1h 25′ 55″
SAJO 13/03/2017 1h 21′ 41″
PERBE 13/03/2017 1h 21′ 41″
GEDE 28/01/2017 1h 28′ 31″
MOZ 28/01/2017 1h 28′ 31″
TORELLO 24/01/2017 1h 37 00″ ghiaccio in discesa
SPINA 24/01/2017 1h 39′ 15″ ghiaccio in discesa
BEPPE 24/01/2017 1h 43′ 00″ ghiaccio in discesa
ANDREA ROLANDO 24/01/2017 1h 43′ 00″ ghiaccio in discesa
TEDDY 12/01/2017 1h 46′ 45″ neve e ghiaccio in discesa
TONNO 24/01/2017 1h 49′ 05″ ghiaccio in discesa

Cane Nero magna bella Persica (Canta, o Nerone, le grandi guerre persiane)

Ci avviciniamo a grandi falcate all’Ultrabericus ed oggi ho assistito alla sgambata di rifinitura dei Fagiani (fatta al ritmo Tonno figo, utilizzato come test umano per il passo) in attesa di sabato quando al via a Wcenza avremo ben 13 Imprendibili (o presunti). Sempre nell’ottica di scherzare un po’, ho pensato per ognuno quello che potrebbe essere il tempo finale al traguardo.

  • Baci: ha dichiarato che alle ore 18 avrà già fatto la doccia. Per lui che ha l’umiltà pari a quella di Renzi ogni minuto sopra le 7h 30′ è una birra da pagare al gruppo
  • Bosca: il minimo sindacale è scendere sotto le 10h, secondo me se trova il passo giusto potrebbe superare di poco le 9 ore.
  • Gede e Moz: primo vero test sulle lunghe distanze perciò grande ventaglio di possibilità per loro. Credo che stare sotto le 10 ore sarebbe un ottimo risultato, se fossi nei loro panni però baderei a cercare di indossare la maglia finisher.
  • Perbe: Il Capitano non è più una sorpresa e anzi, da lui ci si aspettano sempre più spesso grandi cose. Se non si fa fregare dall’ansia di prestazione e si spende bene secondo me potrebbe stare anche sotto le 9 ore.
  • Boghi: anche per lui si tratta di una prova relativamente nuova. Su distanze più corte la sua prestanza è fuori discussione, sulle ultra se fossi in lui cercherei di non dare troppo all’inizio e di puntare a stare sotto le 10 ore.
  • Taddy: Se riesce a vincere la sua naturale tendenza a dare troppo all’inizio credo che il nostro Denis possa tranquillamente stare a cavallo delle 10 ore.
  • Torello: Il Baden Pawell dei trail riesce sempre a stupire, c’è da capire se questo percorso relativamente facile sia più un vantaggio o uno svantaggio per lui. Credo che comunque se trovasse la giusta compagnia (e non parlo di quelli che lo accompagnano nelle sue serate post pizzeria) potrebbe anche stare sotto le 9 ore.
  • Pito: Le condizioni fisiche sono un piccolo punto interrogativo per l’Urbano lupatotino. Di certo se avesse problemi alla schiena so che le sue bestemmie riecheggerebbero per almeno 13 ore lungo il percorso. Altrimenti in poco più di 10 sarà a godersi una meritata Menabrea
  • Giacomo: è il veterano della corsa. Il diesel bancario si dimostra inesorabile con le condizioni di sabato prossimo (niente fango e temperature non basse) perciò dando per scontato il premio finisher dovrà cercare di migliorarsi stando sotto la mezza giornata
  • Fringo: riuscirà il nostro x-man (raggi x-man) a diluire sulla distanza la sua naturale velocità ? Credo che potrebbe essere la sorpresa di giornata, a patto che non decida di seguire il suo compagno gay e faccia invece la sua corsa. In quel caso prevedo per lui un tempo attorno alle 8 ore e mezza.
  • Caffa: se si presenterà al via sarebbe interessante per lui partire con una racchetta da tennis in mano e fingere di fare 60 km per arrivare sottorete. In ogni caso sarà un successo, specialmente se si presenterà al via.
  • Sajo: E’ tatticamente un mistero. Lo scorso anno alla sua prima lunga parte a razzo e poi arriva sulle ginocchia, alla TDH dice di partire con gli altri e dopo 8 metri resta solo. Cosa tirerà fuori dal cilindro il nostro amato presidente ? Secondo me dovrebbe fare gruppetto con quelli che puntano alle 10 ore e se ha margine tirare gli ultimi 15 chilometri per limare qualcosa. In alternativa so che potrei vederlo nei primi 10 all’eremo di San Donato a metà gara e poi capitare a prendersi la sacca col gruppo dei ritirati. Ovviamente per lui in ogni caso una Menabrea da 66 cl

Raccontami una storia

Oggi mi è venuta voglia di raccontarvi una storia. E la voglia mi è venuta seguendo il blog di Gary Robbins (di cui vi ho già parlato) che riproverà a terminare la Barkley 100 dopo la delusione dello scorso anno. Mancano pochi giorni alla Barkley e mi sono detto: perchè non raccontarvela più in dettaglio ?

Tutto parte nel 1977, o meglio il 4 aprile del 1968. Martin Luther King, un uomo con un sogno, il leader del movimento non violento per i diritti dei negri americani si affaccia alla finestra del Lorraine Motel e viene ucciso da un balordo pluricondannato che risponde al nome di James Earl Ray. Tralascio le vicende di Ray (fuga e cattura) per ritrovarlo nel Tenenssee nel giugno di nove anni dopo gradito ospite della prigione di Brushy Mountain, nell’impervio intrico delle colline del sud est degli Usa. Qui il nostro Earl evade con altri 5 compagni di prigione, evita la strada asfaltata e si dà alla macchia  per venire catturato 55 ore più tardi, dopo aver percorso ben….8 miglia. Avete letto bene, 13 miseri chilometri in 3 giorni di latitanza !! A questo punto il fedele racconto storico lascia spazio nella mia mente al racconto parzialmente fantasioso e mi vedo un tipico abitante delle zone rurali americane mentre al bar commentando con gli amici l’accaduto dice: io nello stesso tempo di miglia ne avrei fatte almeno 100. Questo fantomatico americano in realtà esiste e si chiama Gary Lazarus Lake Cantrell

Lazarus
Gary Lazarus

Io mi chiedo che genio alberghi in questo visionario personaggio, che idea abbia del mondo uno così, fatto stà che nel 1986 ha inizio la prima Barkley marathon. Allora non c’era la rete, nessuna cassa di risonanza per gli arditi iscritti e tanto meno nessuna gloria per chi riesca a terminare la gara anche perchè fino al 1995 di finisher non se ne vede neanche uno (a dire il vero uno c’è nel 1988, ma in quell’anno la gara è di “sole” 55 miglia da percorrersi in 36 ore) di certo a causa di un regolamento leggermente….selettivo. E allora vediamole queste regole del gioco che rendono difficile la partecipazione e sopprattutto l’essere annoverato tra i finisher (solo 14 persone dal 1986 ad oggi). Se un Fagiano vuole partecipare deve scrivere a Lazarus (e quando dico scrivere intendo con carta e penna, che non esiste un sito internet o altra forma di connettività 2.0) e spiegargli perchè dovrebbe essere scelto. Alla lettera si allega 1,60 $ (uno, sessanta centesimi !!) e se si viene scelti si viene convocati con una “lettera di condoglianze” in Tennessee per i primi di aprile . Si deve portare con se una targa automobilistica della zona di provenienza (è un vezzo di Lazarus)

XXX BARKLEY-MARATHON_APS_092.JPG S OUT USA TN
Lazarus e le sue targhe

e si alloggia in campeggio nella zona della partenza/arrivo (c’è una sbarra in ferro).

Partenza Barkley
Partenza

Dalla mezzanotte del giorno della partenza gli eletti (ogni anno massimo 35 atleti) possono udire il suono di una conchiglia: da quel momento tutti i partecipanti alla 100 miglia o i partecipanti della più corta 60 miglia (detta ironicamente fun run, che miete quasi lo stesso numero di vittime della sorella maggiore) hanno un’ora di tempo per presentarsi al via. Lo start è dato da Lazarus nel momento in cui si accende una sigaretta (con buona pace degli antitabagisti). La gara è divisa in 5 blocchi da 20 miglia (totale circa 160km e 20000 m di D+), per percorrere ognuno dei quali si hanno al massimo 12 ore di tempo. Due blocchi si percorrono in senso orario, due in senso antiorario ed il quinto a scelta dei pochi concorrenti che ci arrivano. Il percorso cambia ogni anno ed è segnato su una cartina data agli atleti. Non ci sono ristori ma solo due punti acqua in ogni giro. I concorrenti infine devono trovare lungo il percorso ad ogni giro un certo numero di libri nascosti, dal quale dovranno strappare una pagina (quella del proprio pettorale). Ad ogni giro agli atleti viene dato un pettorale diverso. Chi impiega più tempo del lecito viene fermato ma i ritirati devono tornare alla partenza da soli, accompagnati dal suono di una tromba che intona Taps”, la marcia funebre dell’esercito degli Stati Uniti.   Nella storia c’è gente che ha percorso 3 miglia in 50 ore, un tale, Dan Baglione si è perso e ci ha messo 30 ore per fare 2 miglia, prima di essere ritrovato da due campeggiatori ed essere riportato alla partenza. Infatti il bello della gara è che viene svolta solo per il 10% su mulattiere e sentieri, per il resto si va ad minchiam per cui la media oraria di 2,5 chilometri  che garantirebbe di finire la competizione diventa  per quasi tutti utopica, e nell’intricatissima vegetazione del Tennessee diventa un’impresa anche solo ritornare alla base dopo essersi ritirati !

Percorso Barkley

Ecco amici fagiani, se non sono riuscito a invogliarvi a partecipare nemmeno con questa storia allora non so cosa dirvi. Ci riproverò raccontandovi la genesi di qualche altra super classica gara degli USA, sperando che un giorno qualcuno di noi varchi l’oceano in cerca di gloria e onori. Nel frattempo faccio il tifo per Gary (lo scorso anno ritirato al quinto ed ultimo giro) ma anche per tutti quelli hanno il fegato per cimentarsi in un’avventura come questa.

Nel frattempo, questo è il trailer di un documentario che si può acquistare in rete. Ovviamente se qualcuno lo facesse, me lo passi !

 

 

 

Quello che mi ha fatto innervosire

Ore 11.42, sto guidando da Nogarole Rocca verso Zevio e sono felice. Si vede il Carega sullo sfondo, bianco candido sulla cima mentre a sinistra si distingue distintamente il profilo della Lessinia con la linea della neve che man mano si assottiglia fino a terminare in prossimità del Corno D’Aquilio. C’è il sole e sono felice in quanto alle 12 sarò a casa e potrò cambiarmi e scappare a San Briccio per un FKT solitario. Penso tra me: anche se non voglio tirare sotto 1.30 ci resto di sicuro, se mi sento bene sulle salite potrei stare anche attorno al 1.25. Suona il telefono, dal display è l’ufficio. Faccio tempo a giungere a casa e dopo 28 minuti  chiudo la comunicazione. Sono furioso, incazzato e rabbioso (so che stenterete a crederlo, ma anch’io a volte perdo la pazienza) ed ho quasi deciso che non farò niente quando un messaggio del Ferdi sul gruppo mi ridà la voglia di fare una sgambata almento sull’argine. Mi cambio, prendo il cane e mi dirigo verso il luogo del puntello (il ponte) ma niente da fare, il telefono (che ho dovuto prendere con me per essere rintracciabile a causa della rogna lavorativa) inizia a suonare. Arriva il Ferdi e sono al telefono (nel frattempo lui fa una ripetuta), poi lo raggiungo e dopo qualche chilometro di corsetta risuona. Ferdi fa un allungo e nel frattempo mi libero e cerco di prenderlo ma mentre ci stiamo per incontrare il cellulare suona ancora e giustamente il buon parrucchiere volante mi saluta e torna di buon passo a casa. Io resto sull’argine come un coglione ancora per un po’ e poi mi avvio mestamente a casa come un vecchio col cane al guinzaglio. Neanche 9 km in più di un’ora e mezzo con (Garmin alla mano) più di 43 minuti senza corsa. E allora mi è sovvenuto (non l’eterno come nel caso di Leopardi) ma il grande Germano ed ho pensato “se becco quello che mi ha fatto innervosire…..ah, ma lo troverò prima o poi”. E pensare che se facessi il vigile, l’avvocato o l’ottico non avrei un cazzo di pensiero e potrei vivere nella felice ignoranza delle bestie !!! Germano_Mosconi_impreca