E così come ogni anno la fine di maggio porta via con se tutte le preghiere dette ai rosari nel mese deputato alla Madonna, così come porta con se tutte le imprecazioni dette lungo la scalinata che rappresenta l’incipit della corsa Trail veronese per antonomasia. Il pregara è anomalo, frutto peraltro di un cambio di orario e di giorno (sabato pomeriggio alle 14.30) che costringe molti (tra i quali io) con un bioritmo strano. Sveglia con comodo, commissioni famigliari evase, pastasciutta alle 11.15 e ritrovo in piazza con il Baci, il Gigi e Sebastiano al suo primo trail dopo qualche esperienza su strada. Alle 13 siamo a Brentino, ritiriamo il pettorale e ci cambiamo con calma, scherzando come al solito sulle “bombe” del Gigi e sulle bombe (molto apprezzate) della signorina dello stand. Alla partenza troviamo anche la Gabri (con figli, niente gara per lei) e Michele e pure la Stefy e la Saretta, impegnate sulla 15 km non competitiva.
Alla mattina alle 11 per la 50 km erano partiti il Capitano Dade e il Teddy (per lui cartellino giallo tendente al rosso) che esibisce in gara una maglia non approvata dal comitato. Forfait dell’ultima ora di un febbricitante Bosca che paga in malattie il risparmio di soldi nella scelte del meretricio nell’appena trascorso viaggio in Spagna; comunque meglio la febbre che le piattole o la scabbia !! Alle 14.30 puntuale lo start dà il via alla corsa, e provo ad accelerare per non trovarmi imbottigliato sugli calini iniziali. Ovviamente lo stalker Baci si pone alle mie calcagna e con lui che si lamenta di tutto (gambe, fegato e dissenteria) arrivo rapidamente alla fine della scalinata, stranamente (rispetto al mio standard) in avanti nel gruppo
Nel mangiabevi che porta a Malga Orsa rifiato un po’, approfittando del guado per rinfrescarmi e della fontana fuori dalla malga per fare acqua; infatti a causa del caldone in poco più di mezz’ora ho finito una borraccia. Tengo un buon ritmo (per me) anche dopo la Malga e sempre scortato dal Baci (che essendo un po’ tirato per i diversi postumi non parla poi molto) arriviamo al ristoro di Ferrara di Monte Baldo in poco più di un’ora. Bevo acqua e Coca, ricarico la borraccia, faccio un monoboccone con peperoni sottaceto, formaggio, crostata e uvetta e riparto in frettissima, sotto lo sguardo stralunato di un Baci chiaramente indispettito di non poter attacare bottone coi volontari ma che tanto di non mollarmi riparte a malincuore con me (che culo ho !!). Il tratto seguente alterna asfalto in salita a bei tratti di bosco corribile ed anche qui provo a non mollare col risultato che in meno di un’ora raggiungo il ristoro che unisce 30 e 50 km e allo stesso tempo finalmente stufo il Baci che mi comunica che si fermerà qualche minuto in più per male al fegato. Ovviamente non perdo l’occasione e prima che ci ripensi vado di ricarica di bottiglia, solito monoboccone e via. Un volontario al ristoro ci aveva avvertito che un Fagiano era transitato da poco e infatti dopo pochi minuti mi trovo davanti il Perbe. E’ francamente un po’ piantato, mi dice che ha problemi ad alimentarsi ma che gli sembra stia passando. Gli dico che io andrei se non gli spiace e gli comunico che a breve si troverà compagnia, vedo infatti lo stalker alcuni tornanti più in basso. A quel punto inizia una fase un po’ strana della corsa, supero infatti un paio di concorrenti e poi non becco più nessuno. Sono nella terra di mezzo, più veloce di chi era dietro e più lento di chi mi precede, con l’aggiunta che essendo avanti nel gruppo, di gente ne gira poca (qualcuno della 50 che comprensibilmente passo a velocità doppia dall’alto dei miei 20 km e 1000 D+ in meno). Alla terza ora di corsa sono al Cerbiolo ed inizia la discesa. Cerco di tenere il ritmo più sostenuto che posso (l’orologio mi dirà che saranno 4 i km percorsi sotto i 5’/km) e finalmente poco prima della colonia supero qualche concorrente della 30. Tra questi c’è una ragazza che mi si attacca alle calcagna e pur facendo un po’ di elastico (io mi fermo al ristoro per il solito monoboccone lei tira dritto) alla fine della parte tecnica è ancora attaccata. Dai rumeni prendo una coca al volo, nel vigneto in pianura c’è un caldo pazzesco e con la mia scorta femminile corricchio gli ultimi saliscendi, cammino smoccolando la rampa in cemento e finalmente giungo a Brentino e da gran cavaliere quale sono cedo il passo alla pulzella in modo che arrivi da sola (2a, chapeau !!). Arrivo accolto dal Mich e da una birra (sempre del Mich).
Dopo un attimo compaiono le Fagiane (Stefy e Saretta reduci da una avventurosa 15 km, la Vale reduce da un viaggio in macchina col Mich) per foto di gruppo e birre in attesa degli altri.
Godo dei servizi delle nuove docce dell’Orsa (tre tubi di acqua fredda posizionati a fianco della chiesa) dove i runners nudi a tre metri dalla strada si lavano incuranti dei passanti. Anche questo è Spirito Trail. Dopo un po’ arrivano il Perbe scortato dal Baci (non si sa a cosa sia dovuta la nausea, al caldo o allo stalker), il Taddy tutto orgoglioso perchè ha preso dell’elegantone (cioè del recchione) da un altro runners per il suo completo fluo tutto in tinta, ed infine il Gigi che nonostante lo scarso allenamento migliora tempo e posizione rispetto al 2016. Ha inizio poi il terzo tempo che consiste nel finire 9 litri di birra, mangiare pasta a sazietà e concludere la serata a colpi di Verdone, grappa, birra o amari ( a seconda dei gusti) fino alle 23.
Poi il ritorno, stanchi è vero, ma sol sorriso sulle labbra. Grazie Orsa, hai sempre il tuo perchè !